La frittura? Meglio quella di casa


Comincio con la buona o la cattiva notizia per chi ama questo tipo di cottura (ossia quasi tutti…)? Sull’American Journal of Clinical Nutrition è stato pubblicato un lavoro nel qual sono stati esaminate le conseguenze sulla salute dal consumo di cibi fritti. I dati sono stati estrapolati da grandi studi Usa che hanno esaminato circa 70mila infermiere e quasi 41mila professionisti nel campo della salute per un periodo di circa 25 anni. In particolare è stato valutato se il consumo regolare di fritti aumentasse il rischio di patologie coronariche o del diabete di tipo 2. Purtroppo il risultato è stato positivo: il consumo frequente di fritture è stato associato a un aumento del rischio di sviluppare sia il diabete (+ 50% per i consumatori più assidui), sia la malattia coronarica (+ 20%). E questa è la brutta notizia. La prima buona notizia è che l’aumento di rischio era evidente in chi consumava almeno 4 porzioni di cibi fritti alla settimana, una frequenza decisamente elevata e poco comune. Inoltre – secondo dato positivo – l’effetto negativo sembrava più marcato per chi mangiava le fritture prevalentemente fuori casa. Questo dato si spiega anche con la qualità normalmente più bassa degli oli presenti nella ristorazione, che  vengono utilizzati anche più volte “arricchendosi” di sostanze tossiche. Insomma, a dare retta a questa ricerca ogni tanto una frittura fatta bene (e se la linea lo permette) ce la possiamo permettere tutti. E visto che è estate, festeggiamo con questa fantastica versione della pasta alla Norma, con tanto di melanzane fritte!

La frittura? Meglio quella di casa - Ultima modifica: 2014-07-01T00:02:22+02:00 da Barbara Asprea
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