Dall’anemia ai disturbi alla fertilità: quando è colpa della celiachia (non diagnosticata)


Sapete qual è il sintomo non intestinale tra i più frequenti - se non il più frequente - di un celiaco ancora non diagnosticato? È l'anemia da carenza di ferro, del tipo "intrattabile", ossia che non risponde all'integrazione di ferro preso per bocca. Ma altri campanelli d'allarme che nel medico possono fare sospettare la presenza dell'intolleranza al glutine sono anche un indebolimento della massa ossea precoce - denti danneggiati compresi - oppure svariati problemi alla sfera riproduttiva. Tutte condizioni molto diverse tra loro e che però sono una conseguenza dell'azione che il glutine esercita nella pancia del celiaco. Brevemente, quando un celiaco ingerisce dei cereali contenenti glutine, come grano, farro od orzo, questo entra in contatto con particolari enzimi  (transglutaminasi intestinali) che attivano alcuni anticorpi che cominceranno a produrre varie sostanze infiammatorie (come le citochine, ad esempio) responsabili del danno alla mucosa intestinale. Questa infiammazione cronica a livello dell’intestino tenue provoca la progressiva scomparsa dei villi intestinali dei quali è ricoperto: un effetto serio perché  i villi intestinali garantiscono l'assorbimento delle sostanze nutritive contenute negli alimenti: carboidrati, proteine, grassi, minerali e vitamine. Dal punto di vista nutrizionale, il tipico appiattimento della mucosa intestinale di un celiaco a dieta libera porterà a un malassorbimento di diversa gravità a seconda dell’entità delle lesioni. Se poi, la celiachia col passare degli anni non verrà diagnosticata, il prolungato cattivo assorbimento comporterà problemi sempre più importanti.

Poco ferro nel sangue
Si è già accennato al fatto che l'anemia sideropenica, oltre ad essere molto frequente - secondo alcuni studi è presente nel 50-70% dei celiaci alla diagnosi - addirittura può rappresentare l'unico segno della malattia celiaca, specie negli adulti (nei bambini i sintomi più classici sono quelli intestinali). La causa della carenza di ferro è il coinvolgimento del duodeno prossimale, ossia quella parte dell'intestino nella quale avviene l'assorbimento di questo minerale. Ecco qualche numero, utile per avere la percezione del rapporto celiachia e ferro: è stata riportata una prevalenza di celiachia in pazienti con anemia sideropenica variabile dal 4,5% all'8%, significativamente superiore alla popolazione generale. Da sottolineare, però, che se si valutano solo i casi non responsivi al trattamento per bocca (dopo almeno 2 mesi di terapia marziale) la prevalenza di malattia celiaca raggiunge ben il 20% dei casi! È, inoltre, importante ricordare che sebbene il deficit di vitamina B12 (cobalamina) in teoria non dovrebbe essere presente nella malattia celiaca, in quanto l'assorbimento si verifica prevalentemente nella parte terminale dell'ileo, nei celiaci sono stati osservati livelli ridotti di vitamina B12 e di acido folico (assorbito nel tratto del digiuno). Due deficit che, tra le varie problematiche, possono portare a un altro tipo di anemia, più rara, detta macrocitica. Per fortuna, una volta che il soggetto celiaco esclude il glutine alla dieta, e che la funzionalità dell'intestino tenue torna normale, sia il ferro, l'acido folico che la vitamina B12, tornano a essere assorbite regolarmente. Ovviamente i tempi del ritorno alla normalità dipendono dall'entità delle lesioni intestinali e della tempestività o meno della diagnosi di celiachia.

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Ossa più a rischio
E se dall'anemia si può uscire, purtroppo per le carenze di minerali che garantiscono la salute delle ossa il problema è più complesso. In questo caso la diagnosi precoce è davvero fondamentale perché una volta che il danno è fatto, con la dieta aglutinata si può fermare il problema ma se si è adulti non si può più tornare indietro.  Va ricordato che la massa ossea aumenta rapidamente durante l’infanzia e l’adolescenza. Intorno ai vent’anni lo scheletro, senza più crescere, si irrobustisce e raggiunge il picco di massa ossea, cioè il livello massimo di contenuto di minerali. Dopo un periodo di stabilità hanno inizio i processi di demineralizzazione che si dividono in una fase lenta, che riguarda entrambi i sessi, ed in una fase accelerata, che nelle donne si sovrappone a quella lenta in corrispondenza della menopausa. Da quanto detto si capisce quanto sia fondamentale per bambini e ragazzi raggiungere la densità ossea ottimale per essere in grado di affrontare con uno scheletro in buone condizioni la decalcificazione dell’osso che dopo una certa età diventa fisiologica. É noto che una dieta corretta concorra a determinare nella prima parte della vita la formazione delle ossa e la loro densità, e in seguito a contrastare la fisiologica demineralizzazione. Le sostanze essenziali sono il calcio e la vitamina D, che permettono la calcificazione delle ossa, ma anche un corretto introito di altri sali minerali quali fosforo, magnesio, fluoro e boro. Sfortunatamente, se già in età giovanile, si hanno dei deficit di queste elementi, la formazione della massa ossea sarà più o meno compromessa. Non è un caso che già nei celiaci giovanissimi frequentemente venga riscontrata una densità ossea inferiore a quella dei loro coetanei. Va però detto che i giovani celiaci che seguono con serietà la  dieta senza glutine riescono ad avere una densità ossea significativamente superiore rispetto ai coetanei celiaci meno attenti alla dieta.

Micronutrienti e disturbi della fertilità
L'influenza della celiachia sulla fertilità femminile è decisamente provata dalla letteratura scientifica, tanto che alcuni studiosi propongono addirittura  l’introduzione dello screening per la celiachia in tutte le donne con questo tipo di problemi. La prevalenza della celiachia in donne con disturbi della fertilità in Europa si attesta tra il 4 e l’8%, quindi una percentuale superiore rispetto alla popolazione generale, nella quale la prevalenza di celiachia è stimata intorno all’1%. Il malassorbimento intestinale, con conseguente deficit, di oligoelementi e vitamine, in particolare di zinco, vitamina B12, ferro e acido folico, può comportare diverse conseguenze. Queste sostanze, infatti, giocano un ruolo importante nel concepimento e nella gravidanza, quindi una loro carenza può portare sia infertilità che varie complicanze gestazionali e ostetriche, da aborti ripetuti al parto pretermine o a scarso peso alla nascita del bambino. Inoltre, la celiachia è associata a pubertà ritardata, amenorrea e insufficienza ovarica precoce. Per fortuna, tante di queste situazioni, una volta diagnosticata l'intolleranza al glutine e seguita con rigore una dieta senza glutine, si risolvono. Ad esempio esistono dei rapporti su pazienti celiache con un passato di aborti spontanei che una volta eliminato il glutine hanno finalmente avuto una gravidanza serena e priva di complicazioni.

Dall’anemia ai disturbi alla fertilità: quando è colpa della celiachia (non diagnosticata) - Ultima modifica: 2017-06-20T11:24:16+02:00 da Barbara Asprea

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