Siete stressati? Ecco perchè la dieta fallisce

overwhelmed woman thinking about slimming diet
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Non riuscite a seguire una dieta e pensate che sia colpa della vostra scarsa volontà? Non è detto: potrebbe dipendere anche dai vostri ormoni "stressati". Ecco qualche informazione su come gli ormoni influenzano la condotta a tavola, più qualche piccolo consiglio per combattere la fame nervosa

C'è chi ingrassa e chi dimagrisce: è davvero difficile che il peso rimanga stabile nei periodi di stress e nervosismo, dovuti anche alla stanchezza mentale tipica della tarda primavera. Ma perché questo accade? A prima vista la risposta sembrerebbe molto facile: i chili aumentano perché, banalmente, si mangia di più. E se ciò resta sembre alla base del peso in più, va detto che la ricerca scientifica in questi anni ha scoperto dei meccanismi ormonali che si attivano nell’organismo stressato e che facilitano l’accumulo di adipe. In altre parole, ahinoi, si sommerrebbero più effetti.

Quando gli ormoni “remano contro”

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Il primo ormone da ricordare è il cortisolo, prodotto dal surrene e che svolge tantissime funzioni (ad esempio entra nel metabolismo degli zuccheri, stimola la secrezione di acido cloridrico da parte dello stomaco, ha un’azione antinfiammatoria). Quando si è stressati l’aumento di cortisolo in circolo provoca uno squilibrio nella gestione della glicemia sanguigna con conseguenti picchi di insulina, l’ormone prodotto dal pancreas e che ha come compito principale quello di riportare alla normalità i valori della glicemia sanguigna. Se l’insulina viene secreta in maniera elevata per colpa del cortisolo - ma anche per eccessi dietetici - può provocare degli effetti collaterali che favoriscono l’aumento di peso poiché svolge un’azione anabolica sui depositi adiposi. In altre parole, più insulina c’è in circolo e più facilmente le calorie in eccesso si trasformeranno in adipe.

Le centraline della fame

I meccanismi che controllano la fame e la sazietà passano per il cervello, ma questi lavorano indipendentemente dalle decisione dello “stare a dieta” o meno. L’ipotalamo, l’importante ghiandola situata al centro del cervello, regola l’assunzione di cibo grazie a due centrali operative, ossia  il centro della fame e il centro della sazietà, che ricevono informazioni da numerosi neurotrasmettitori e ormoni. Tra questi ultimi, sono due che negli ultimi decenni hanno destato un forte interesse da parte dei ricercatori: la leptina (ormone della sazietà) e la grelina (ormone della fame). La leptina,  prodotta esclusivamente dalle cellule adipose, stimola a livello ipotalamico la secrezione di sostanze che fanno passare l’appetito (e allo stesso tempo inibisce gli ormoni che lo stimolano). Sembra che gli obesi sviluppino una resistenza alla leptina: i livelli circolanti dell’ormone in questi soggetti non diminuiscono, in più la loro azione è meno efficace.

Due ormoni che devono essere in equilibrio

La grelina è un ormone prodotto nello stomaco ed è tra i maggiori responsabili del senso di fame. Stimola, infatti, il neuropeptide Y (NPY), un neurotrasmettitore che comunica  all’ipotalamo il bisogno di mettersi a tavola, inibendo i segnali della leptina. Purtroppo questo neuropeptide aumenta durante le situazioni di stress: ecco perché chi è perennemente stressato tende a mangiare di più. La grelina, oltre all’appetito stimola anche l’ormone della crescita, per far sì che l’organismo utilizzi bene le calorie ingerite.

In chi è normopeso (e non sotto pressione) leptina e grelina sono in equilibrio e non creano alterazioni alla condotta alimentare. I problemi cominciano quando si sbilanciano, come quando si segue un regime dietetico restrittivo o, appunto, si vive un periodo stressante. La grelina, infatti, ogni trenta minuti invia al cervello l’impulso di mangiare che, se se si è a dieta, viene percepito sempre più pressantemente. Siccome, è inutile combattere contro la biologia dell’organismo (con conseguente fallimento della dieta), piuttosto che ignorare la grelina è molto più utile “neutralizzarla”.

Così si contrastano meglio i piccoli attacchi di fame

Allora, il consiglio migliore è quello di mangiare gli alimenti naturali che saziano anche in piccole quantità, come è il caso della frutta a guscio (mandorle, noci, pistacchi...) che consente di arrivare meno affamati ai pasti (vedi questo post a proposito). Oppure concedersi delle porzioni  abbondanti di ortaggi crudi, semmai leggermente conditi per renderli più invitanti, che grazie alle fibre e all'acqua contenute daranno sazietà ma pochissime calorie. Anche semplicemente bere può servire: abbinare un bel bicchiere d’acqua ogni volta che si consuma un piccolo spuntino come un frutto, ne aumenta l’effetto saziante. Inoltre, è bene ricordarsi che le calorie introdotte dai cibi naturali sembrano risultare più efficaci nello spegnere lo stimolo ormonale di mangiare rispetto agli spuntini  - specie se ricchi di zuccheri - proposti dall'industria alimentare.

 

 

Siete stressati? Ecco perchè la dieta fallisce - Ultima modifica: 2024-05-06T08:00:57+02:00 da Barbara Asprea

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